Quicksilver Messenger Service “Happy trails” (1969)

Quicksilver Messenger Service “Happy trails” (1969)

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Quicksilver Messenger Service
“Happy trails”, 1969 (Capitol)
Psychedelic / Rock

di Silvio Loi (E Street Records)

Correva l’anno di grazia 1969 quando apparve nei negozi questo disco dalla copertina che subito attirò l’attenzione degli appassionati di fumetti e film western: un cowboy che in sella al suo cavallo galoppa a spron battuto agitando il cappello per salutare la sua bella.
Naturalmente eravamo ancora molto lontani  dal comprendere l’importanza di questo album del quale siamo venuti a conoscenza solo qualche anno dopo.
All’epoca le uniche riviste musicali erano Giovani e Ciao 2001, ma stavano ancora scontando l’effetto dell’ubriacatura beat mentre cominciavano ad affacciarsi sulla scena i primi gruppi di quel genere allora tanto complesso quanto affascinante che oggi viene definito prog-rock.
Della musica d’oltreoceano ci raccontavano solo di Bob Dylan, Santana, Simon & Garfunkel, Doors e di qualche nome di quella scena musicale che per la sua collocazione geografica venne etichettata come west coast.
Abbiamo dovuto aspettare il 1973 prima con Muzak e poi con il più prestigioso e ambizioso Gong per scoprire che dall’altra parte dell’Atlantico c’era già un mondo musicale degno di essere valorizzato e a cui prestare la massima attenzione. Perfetto esempio ne è il secondo disco dei Quicksilver messenger service dell’illuminato chitarrista John Cipollina (non proprio un cognome da rockstar ma che ne evidenzia le sue origini), dopo che già il loro primo lavoro si era guadagnato una discreta fama.
Il disco in questione è veramente uno dei più belli e importanti usciti quell’anno. Un’intera facciata occupata dalla cover di “Who do you love” di Bo Diddley che dal blues originale viene trasformata in un trip psichedelico con ampi riferimenti a Miles Davis e John Coltrane, Una “ Mona” che persino Springsteen qualche anno dopo tenterà di far sua con lo stesso ritmo sincopato ma priva del feedback come ce l’ha consegnata la chitarra di Cipollina, e ancora “Calvary” satura di acido lisergico.
Dopo i loro primi 2 meravigliosi dischi i Quicksilver pubblicarono ancora una manciata di album ma senza più la magia di cui erano densi il primo omonimo album e “Happy Trails”.
Un disco che ogni appassionato di musica che voglia definirsi tale deve avere nella propria collezione , datemi retta e mi ringrazierete.

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