Storia di uno scrittore scontento

Storia di uno scrittore scontento

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Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi

C’era una volta un signore che aveva una sola grande abilità: sapeva scrivere di tutto. Lettere d’amore, volantini pubblicitari, filastrocche, racconti … Qualsiasi cosa gli chiedessero di scrivere lui (lo chiameremo Lapis) lo faceva con estrema facilità e, facendolo di mestiere, guadagnava abbastanza bene.

Il lavoro però era molto faticoso, anche perché i clienti erano sempre più esigenti. “La mia fidanzata si chiama Rosa, però io la chiamo Orsetto, per cui le scriva una lettera chiamandola Orsetto Zuccherino, e che non sia troppo lunga né troppo corta e  che abbia un tono affettuoso ma non troppo, e che le faccia qualche promessa ma non troppe …” diceva uno, e Lapis scriveva e scriveva … Oppure una ragazza chiedeva: “Vorrei una favoletta in rima per la mia bambina, ma che abbia parole semplici e che possano essere facilmente ricordate, che però siano più vivaci e interessanti della storia che hai scritto per la mia vicina di casa, che è antipatica e prepotente …” E Lapis eseguiva.

Col tempo la pazienza di Lapis  si esaurì e ogni giorno si innervosiva sempre più e borbottava e protestava e si augurava che per magia tutto quello che scriveva si scrivesse da solo.

Un mattino, mentre ancora una volta si lamentava perché lo avevano incaricato di scrivere tre spot pubblicitari per mutande e quattro lettere d’amore in rima baciata, gli apparve uno strano ometto calvo e con gli occhiali, seduto su un vaso di fiori. “Ho deciso di accontentarti, amico mio – gli disse sorridendo – se vuoi ti vendo la mia formula magica: basta pronunciarla e dare le istruzioni giuste e la penna scrive tutto da sola. In cambio mi accontenterò di una parte della tua fantasia: io sono un mago ma sono un po’ scarso sulla lingua ..”

Lapis fu felicissimo di accettare l’accordo. Si fece dare la formula e l’ometto, sorridendo, sparì nel suo vaso da fiori. Così Lapis cominciò una nuova vita lavorativa: guardava la penna, pronunciava la formula magica, diceva”Lettera d’amore” oppure “Congratulazioni” oppure “Biglietto di compleanno” e la penna scriveva da sola. Lapis era esultante ma, col tempo, comparvero i problemi. “La lettera d’amore che ha scritto – sbraitava furibondo un ragazzo – era piena di errori di ortografia! La mia fidanzata ha detto che sono troppo ignorante e mi ha lasciato!” “Il biglietto di congratulazioni che ha mandato per me – diceva una ragazza – conteneva solo la  parola BENE scritta 27 volte! Se crede che io la paghi per questo!!!” e ancora: “Sa quel biglietto di auguri di compleanno che le avevo chiesto per il mio nipotino? – brontolava una nonna – C’era scritto solo: Beh, adesso hai un anno in più! Lei è proprio un incapace, me lo lasci dire”. E le cose continuarono così: tutti i giorni reclami e proteste.

Lapis perse tutti i suoi clienti e si ridusse a stare seduto tristemente, commiserandosi e fissando la sua penna.. finché, tutto sorridente  e sprofondato nel suo vaso da fiori, gli apparve il solito piccolo mago calvo con gli occhiali. “Allora – gli disse sogghignando – abbiamo imparato la lezione? Se mi ringrazi con un adeguato biglietto di scuse ti restituisco la tua fantasia e mi riprendo la formula magica!” E strizzandogli l’occhio sparì, vaso da fiori compreso. Inutile dire quale bellissimo biglietto di scuse scrisse Lapis immediatamente e, da allora, non si lamentò più di dover usare ogni giorno, senza formule magiche, la sua fantasia.

Un caro saluto e ..alla prossima! da Vittoria

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