Tüt an falo e na qual gata

Tüt an falo e na qual gata

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la partita vista dal Ciffo

Sarà per il terreno pesante, ma non è proprio stata una bella partita. Primo tempo “abbastanza soporifero” (la Voce) cominciato col rigore (ritenuto giusto) segnato da capitan Guccione, subito pareggiato con un’autogol di Iotti, e poi sterilmente dominato dal Mantova. Ma secondo tempo “tüt an falo e na qual gata”, tutto un fallo e qualche “gatta”, pelata d’un pelo (o un palo) davanti alla nostra porta, e comunque dominato dal Padova. Tutto qui. E s’è persa un’altra occasione per uscire dalla zona retrocessione.

Giustamente, dunque, la Gazzetta ammonisce che “per salvarsi bisogna cambiare atteggiamento”. Sennonché ivi si dice che “per evitare la retrocessione deve esserci cattiveria agonistica”, mentre “la squadra resta troppo pulita” e, a prova, si cita il caso di Mensah “che dopo un intero girone è il primo ad andare in squalifica per somma di gialli”; non fosse ancora chiaro, la Gazzetta del 19, spende un trafiletto intero dal titolo “L’Acm è fra le squadre più “buone” del torneo. Pochi cartellini ricevuti”, in cui si denuncia come difetto quello che dovrebbe essere un pregio. Insomma, mentre nel gioco delle carte chi è scorretto è giustamente ritenuto un baro, e quindi un imbroglione, qui si incita alla scorrettezza pur di vincere. Mi viene in mente il grande Scirea, libero della Juventus e della Nazionale, che emergeva in difesa senza falli, e diceva che, se un avversario lo superava, voleva dire che era stato più bravo di lui; non si sognava nemmeno di fare il cosiddetto “fallo tattico” di sacchiana memoria. E passo malinconicamente ai disegni.

12’. Guccio rigoreggia e Donnarumma si tuffa invano. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

 

15’. Pareggio padovano: sulla punizione saltano e toccano di testa, prima tal Ceravolo e Gerbaudo, e poi Iotti, col risultato di un pallonettone che s’infila nel saccone. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

 

22’. Gran punizione di Guccione che col suo sinistrone colpisce l’incrocione. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

 

Secondo tempo. All’inizio, quella che mi sembra la più grossa gatta pelata, che disegno come posso: tal Dezzi cannoneggia dal limite e centra il palo, Gerbaudo salva un gol fatto togliendo la palla dai piedi di Ceravolo, ma la devia su quelli di tal Cretella (1) che fa due passi e (2) sinistreggia sulla traversa, con Chiorra che danza da sinistra a destra (1-2) e ringrazia. L’è andada bén e s-ciao. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

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