Il principe testardo

Il principe testardo

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Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi

C’era una volta un principe molto cocciuto.

Era proprio nato testardo e cresciuto ancora più testardo: quando si impuntava (e lo faceva spesso) non c’era verso di dissuaderlo, soprattutto se aveva torto. I suoi genitori erano le persone più dolci e affettuose del mondo ma neanche loro riuscivano a migliorare il caratteraccio del principe Ostinato (che tutti chiamavano Osti).

Da piccolo il suo difetto si era limitato a conseguenze lievi: non voleva mangiare i piselli e non voleva bambinaie con i capelli rossi e non voleva ad andare a cavallo e non voleva andare a scuola ecc. ecc. Tutte queste ostinazioni erano state più o meno risolte  ma quando il principe raggiunse l’età adulta le cose si fecero più gravi, finché arrivò a chiudersi sempre nelle sue stanze, anche all’ora dei  i pasti. “Osti, ti prego – implorava sua madre, Dolcina – vieni almeno a tavola” e suo padre, Pleonastico, ruggiva ogni giorno: “Osti se oggi non vieni a tavola salgo e ti polverizzo!” Nessun risultato! “Qualcosa bisogna fare – decisero insieme il re e la regina, che cercavano inutilmente di capire da qualche antenato Osti avesse preso la cocciutaggine. Fu chiamato il medico di corte, poi lo psichiatra di corte, poi il chirurgo di corte, poi il mago di corte … Dopo consulti e ricerche accurate via Internet, alla fine il gruppo di scienziati sentenziò di aver trovato la causa e quindi anche il rimedio per la cocciutaggine del principe. “Il problema, maestà – affermò il il mago di corte, Bacchetta, sta nell’orecchio. Il principe sembra ascoltare quello che gli si dice ma in realtà non sente, perché le parole degli altri non arrivano correttamente al suo cervello: Osti continua a seguire il suo pensiero perché non si accorge di quello degli altri!” “E quale sarebbe il rimedio?” chiesero i sovrani. “Bisogna aprirgli una piccola valvola del condotto uditivo – disse Bacchetta – lo si addormenta, lo si opera e il gioco è fatto!” “Sarà un gioco per lei – ribatté stizzita la regina! Comunque, se è l’unica strada, fate pure!”.

Detto fatto il principe si bevve un potente sonnifero nella minestra e fu operato. In pochi giorni si rimise in sesto e si ritrovò nel suo letto, un po’ stordito ma in ottima forma. “Come stai figlio mio? domandava ansiosa la regina. “Mai stato meglio, mamma, perché continui a chiedermelo?” rispondeva Osti. “Che ne dici di fare una bella passeggiata con me, oggi?” azzardava il re. “Molto volentieri, padre mio – diceva Osti – è un bel po’ che non esco! “. I sovrani non stavano più nella pelle dalla gioia: Osti si mostrava docilissimo e accomodante, faceva di tutto per accontentarli e sembrava proprio un’altra persona. Tutto andò per il meglio per un bel pezzo finché … cominciò a comparire qualche problema: Osti era diventato, per la verità, un po’ troppo docile.

Adesso, quando qualcuno gli chiedeva qualcosa, diceva sempre di sì ed era un bel guaio perché c’era, naturalmente, chi ne approfittava. In men che non si dica il re e la regina si accorsero che Osti regalava denaro a tutti, si lasciava trascinare in avventure spesso poco piacevoli, arrivò a regalare la corona di suo padre a lattaio e il corpetto d perle di sua madre alla postina di corte. Che fare? C’era anche il problema del matrimonio del principe che, ormai non poteva essere rimandato. Ma, a causa del suo problema, Osti si trovò ad essere fidanzato con 27 ragazze diverse, perché non sapeva dire di no. La figlia del cuoco gli faceva l’occhiolino? E lui subito correva da lei e le dichiarava il suo amore. La sua balia (che aveva ormai 84 anni) gli faceva una carezza affettuosa? E lui subito sosteneva che l’avrebbe sposata. E lo stesso si verificò con le guardarobiere, le damigelle, la commessa del panettiere che ogni mattina sfornava le brioches per i sovrani. Alla fine il re decise che ne aveva abbastanza: “Era meglio quando era testardo!” sbraitava “almeno se ne stava chiuso in camera sua!” la regina Dolcina scuoteva il capo sospirando.

Fu chiamato il solito mago Bacchetta, che consultò il medico di corte che consultò il farmacista di corte che consultò il barbiere di corte che consultò il giardiniere di corte ecc. ecc. Finalmente si decise per un nuovo intervento. “Vedrete vostre maestà – disse Bacchetta- questa volta abbiamo trovato il rimedio giusto!”. Detto fatto il principe fu operato di nuovo.

Durante il periodo di convalescenza però Bacchetta fece affiggere in tutte le stanze e i corridoi del castello degli strani avvisi   a caratteri cubitali, in modo che tutti potessero imprimerseli bene nella mente: D – Sì e S – No. E quando il principe fu quasi guarito tutti i frequentatori del castello furono convocati per la spiegazione: “Carissimi tutti – disse Bacchetta- per risolvere il problema del principe abbiamo dovuto ripristinare il condotto uditivo della testardaggine nell’orecchio sinistro e lasciare quello della docilità in quello destro. Perciò se volete che il principe segua i vostri consigli parlategli dalla parte destra e viceversa!”. Così fu fatto e da allora noni risulta che ci siano stati in quella corte particolari problemi, anche se i sacri libri documentano che, effettivamente, qualche stranezza ci fu: probabilmente a qualcuno capitò di parlare a Osti dalla parte sbagliata ….

Un caro saluto e alla prossima! da Vittoria

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