Storia di una principessa troppo alta

Storia di una principessa troppo alta

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Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi

C’era una volta una principessa troppo alta.

Alla sua nascita, visto che misurava già più di un metro di statura, l’avevano chiamata Eccelsa.

Sua madre, la regina Svagata non dava troppa importanza alla cosa, ma suo padre, il re Prudenzio, era preoccupato: “Vedi cara, diceva, tutti quegli spinaci che hai mangiato in gravidanza…! Non prevedo niente di buono per la nostra bambina!” Ma Svagata rideva e gli faceva presente che sarebbe stata una grande giocatrice di pallacanestro e che non avrebbe avuto problemi a togliere le ragnatele dai soffitti. “Sarà, ribatteva Prudenzio, ma non mi sembrano grandi prospettive per una principessa!”

Gli anni passarono, Eccelsa crebbe, graziosa, gentile ma… sempre più alta. Tutti i medici del regno erano stati interpellati, ma i rimedi suggeriti erano davvero strani. Il professor Tronfio propose di immergere giornalmente la principessa in acqua e limone, il dottor Saputellis prescrisse una dieta perpetua a base di riso e patate, il boia di corte (che non era stato interpellato) chiese un’udienza speciale e propose il taglio del collo, che, a suo dire, sarebbe ricresciuto. Ovviamente non si concluse nulla e, in età da marito, Eccelsa era alta due metri e 16 centimetri.

“Ormai ci serve un erede, disse Prudenzio a Svagata, dobbiamo trovare un degno compagno alla nostra piccola!” “Dov’è il problema ?, diceva allegramente Svagata, di bei ragazzi liberi ce ne sono tanti…” La questione però si fece seria e il re proclamò il solito editto per la ricerca di un pretendente.

Quando il giorno stabilito arrivò tutti gli aspiranti principi furono radunati nella torre del castello dato che Eccelsa, per ovvi motivi, richiedeva di risiedere sotto alti soffitti. Il primo giovane che si presentò era il barone Guercino, che era molto miope. “Non vedo il viso della principessa – disse- dov’è? Io la vedo solo fino al collo…” E se ne andò borbottando.

Arrivò allora il duca Gemebondo. “Ma io soffro di artrite! come faccio ad arrampicarmi fin lassù per darle un abbraccio …” e scappò a gambe levate. E così, tra i mugugni di Prudenzio e le allegre risate di Svanita, le fughe si ripeterono.

Eccelsa, poveretta, anche se di buon carattere, era piuttosto delusa e anche un po’ arrabbiata. Si preparava infine ad andarsene quando il gran ciambellano la fermò: “Guardi, mia signora che c’è un ultimo pretendente…” E dov’è? chiese stupita Eccelsa. “Ma proprio qui, davanti a lei, anzi, sotto di lei!” rispose il ciambellano.

E così, chinandosi verso terra, Eccelsa individuò un omino piccolissimo di statura, che le arrivava a malapena al ginocchio sinistro e che sorrideva tutto festoso. “Eh, so come succede, gridò l’omino per farsi sentire, sono il principe Pulce: la statura penalizza me quanto te. Perché non proviamo a fregarcene insieme?” E così tutto si risolse: Eccelsa sposò il principe Pulce e i due vissero felici e contenti con tanti bei principini di statura media. Era un po’ faticoso per Eccelsa, a dir il vero, tenere sempre il marito sulle ginocchia ma lui era così gentile e affettuoso…!

Un caro saluto e alla prossima

da Vittoria!

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