George Benson “Give me the night” (1980)

George Benson “Give me the night” (1980)

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George Benson
“Give me the night”, 1980 (Warner Bros.)
Jazz, Funk, Soul

di Luca Petruzziello

Oltre mezzo secolo di carriera, decine di album incisi e centinaia di collaborazioni…
Benson può raccontarci l’evoluzione della musica a 360°; partendo dal jazz passando per il funky-soul e tornando alle orgini ai giorni nostri!
Dalle strade suonando per qualche caramella ai Grammy non passa troppo tempo; giusto un venti anni per aggiustare il tiro tra successi ed il sound di “Breezin'”!
La consacrazione mondiale arriva però nel 1980 con la nostra pietra miliare: “Give me the night”!
La traccia, titolo dell’album farà ballare il mondo intero, facendo quasi sparire il parterre di musicisti che accompagnano Benson: da Ritenour a Hancock, da Duke a Da Costa…
La produzione manco a dirlo è di Mr. Quincy Jones!
Insomma, la nuova era R&B stava iniziando a muovere i primi passi; anche se il disco , visto il periodo, viene inquadrato come “dance”.
Si parte con “Love x love”, sound inconfondibile per una disco-dance di classe: ritmica dolce e suadente, cori, archi ed uno spunto chitarristico insieme alla voce di Benson che non lascia nessuno indietro!
“Off Broadway” non lascia scampo: funky anni ’70 strumentale ed in piena forma, ritmica che spazia dagli E.W.& F. agli MTume passando per i Graham station; insomma, restare seduti o fermi …è impossibile!
“Moodys mood” delicata e con accenni più o meno velati da jazz club di qualità in compagnia di Patti Austin.
Arriviamo alla title track: “Give me the night” non ha bisogno di presentazioni è una pietra miliare sin dalle prime note; qui Benson non dimentica le origini jazz sin dall’ inzio; mi viene da ridere pensando che all’epoca molti “sapienti” mettessero in dubbio le qualità jazzistiche dell’artista, deplorando una sua eccessiva commercializzazione…mah!
“Give me the night” ha tutti gli ingredienti per il brano perfetto: cori, jazz, swing, fusion, ritmiche urban, scat di classe…e mi fermo!
Insomma, senza accorgerci arriviamo a “What’s on your mind”; dove la voce di Benson, viene accompagnata dalle linee di basso che non si limitano alla ritmica, ma creano un vero duetto con l’artista!
Con “Dinorah, Dinorah” ci fiondiamo nei ritmi latino-americani senza tralasciare le origini jazzistiche!
Proseguiamo con “Love dance” tipico brano da “atmosfera” e “Star of a story” che accenna alle ricerche tipiche dei primi anni ’70; raccontate in chiave Benson naturalmente!
“Midnight love affair” continua il dialogo tra Benson e le metropoli, dove le luci degli uffici si spengono per far posto a quelle soffuse dei locali dove si ascolta ottima musica.
La chiusura in totale relax è affidata a “Turn out the lamplight”!
Che dire di più, se non che fu uno dei dischi più suonati dal sottoscritto nelle serate in cui muovevo i primi passi da Dj; ma come sempre…un’altra storia!
Buona musica a tutti.

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