A MANTOVASCIENZA SI PUO’ ANCHE DIRE L’INDICIBILE

A MANTOVASCIENZA SI PUO’ ANCHE DIRE L’INDICIBILE

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Dire l’indicibile, ragionare in modo illogico, intuire ciò che è controintuitivo. Com’è possibile? Eppure è proprio questo che viene richiesto a chi studia e fa ricerca nel campo della meccanica quantistica, teorizzata per spiegare il comportamento della materia focalizzandosi su scale microscopiche, atomiche o subatomiche, nelle quali le leggi della fisica classica non risultano più valide. Ma se già negli anni ’20 del Novecento alcuni fisici hanno iniziato a intuire questa inadeguatezza e a cercare delle alternative, per decenni anche a livello scientifico la nuova e disordinata teoria quantica non è stata accettata. Come ritenere corretto qualcosa che nega la propria percezione, che risulta controintuitivo e paradossale rispetto al funzionamento della natura che quotidianamente si sperimenta? Persino Einstein, insieme a Podolsky e Rosen, riteneva che la teoria quantistica fosse incompleta (paradosso EPR) poiché contraddiceva i principi fondanti del realismo e della località. Per quanto apparentemente assurdo è invece questo rivoluzionario paradigma a descrivere correttamente le dinamiche e i fenomeni della natura e, partendo da questa spiazzante consapevolezza, sta agli scienziati trovare innanzitutto un nuovo linguaggio per descrivere gli oggetti quantici e successivamente cercare di comprenderne e controllarne il comportamento. Dire l’indicibile – l’entanglement quantistico, la mostra in esposizione nella Sala Addottoramenti del Liceo Classico Virgilio curata dall’Università di Parma e da Italian Quantum Weeks, riesce a riassumere i dubbi, le spiazzanti scoperte e i colpi di scena che hanno caratterizzato la storia della fisica del ‘900, a spiegare quali sono i fondamenti sui quali si sta cercando di costruire nuove conoscenze e a delineare i campi di ricerca più promettenti e vitali (sono questi gli anni della seconda rivoluzione quantistica). Grazie alle visite guidate tenute da ricercatori e dottorandi dell’Università di Parma, sarà possibile concretizzare concetti apparentemente astratti, come il dualismo onda-particella di un elettrone o l’entanglement cioè la sovrapposizione in uno stesso sistema di più stati quantici che si influenzano a distanza, attraverso esempi applicativi. Studiare la quantistica permetterà infatti di ottenere un sistema di crittografia inviolabile (che proteggerà le password di accesso al proprio conto bancario e garantirà la privacy dei sistemi di messaggistica), di disporre di nuovi strumenti medici, di studiare nel dettaglio molecole organiche come le proteine (scoprendo come sono ripiegate). E l’impatto ambientale della tecnologia quantica? Poiché i PC quantistici hanno e avranno prestazioni molto più elevate di quelli classici saranno sufficienti dispositivi più piccoli degli attuali e con un consumo energetico molto più basso. Inoltre sarà possibile studiare le proprietà di nuovi materiali così da sostituirli con quelli inquinanti in uso e anche le batterie possono essere efficientate. Dopo la visita (la mostra è aperta sabato 18 dalle 15.00 alle 18.00 e domenica 19 dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00) potrete finalmente dire di aver sentito l’indicibile.

[Valentina]

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