La gh’ha sta ben fata

La gh’ha sta ben fata

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la partita vista dal Ciffo

Gli sta ben fatta. La volta scorsa avevo detto che se il Fiorenzuola avesse segnato anche il terzo gol, al Mantova “la gh’ha stava ben fata”, ed ecco che oggi promuovo l’espressione a titolo, perché, nonostante quel che dice il mister, il Mantova, non solo contro il Trento non ha fatto “una prestazione strepitosa”, ma, a quanto mi risulta, non sono l’unico a essere stufo del suo tipo di gioco: costruzione dal basso ad oltranza, continui passaggini e retro passaggi, e atteggiamento “irritante”, non solo per gli avversari (come dice l’elogiante mister del Trento), ma anche per i tifosi, nonostante l’applauso finale d’incoraggiamento della curva Te. Addirittura il cronista della partita ha osservato che, ad un certo punto, un nostro difensore, immobile col pallone tra i piedi sul limite della nostra area in attesa che un avversario gli venisse incontro, si è preso tutto il tempo per mettersi a posto i capelli! E il gol che abbiam preso è proprio frutto di questo nostro “bel gioco”, non solo, a quanto pare, per l’errore del povero Bani, ma per una serie di retropassaggi che ha portato il pallone dalla metacampo trentina fino al povero Festa che a Bani ha porto il pallone, pensando di rilanciare l’azione. Comunque, finora em quasi sémpar vint e séma ancora in testa: quindi finisco qui la mia paternale.

L’unica bella azione che ricordo è quella del 9’, con Mensah che piomba su un retropassaggio (l’è móda!) trentino, galoppa fino al limite dell’area, dove si ferma per passare a Bani che (1-2) dà al libero Fiori: destro immediato ma fuori d’un pelo, e s-ciao. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

21’ del secondo tempo. Retropassa tu che retropasso anch’io, la palla arriva a Festa (1) che porge al vicino Bani, mica tanto svelto a liberarsi del pallone; è invece sveltissimo tale Di Cosmo a fregarglielo facendolo giungere al solitario Petrovic, che pietrifica Festa (2) e compagnia. (clicca sul disegno per ingrandirlo). E sperém ch’ a sia vera che “sbagliando s’impara”.

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