La gara delle rime

La gara delle rime

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Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi

C’era una volta un paese molto simpatico, collocato sul cocuzzolo di una collina e isolato dal mondo: era il paese di Stranopoli, dove tutti gli abitanti avevano qualche caratteristica un po’ curiosa: c’era chi aveva tre orecchie, chi due nasi e chi sei mignoli… e così via. Un paese molto interessante, in cui senz’altro ci piacerà tornare.  Ma un’altra caratteristica di Stranopoli era che ogni anno si teneva una gara a premi, a cui partecipavano non solo gli abitanti del luogo ma anche quelli dei paesi e delle città di tutto il mondo. Ogni volta la gara era diversa e il premio era bellissimo: un giro del mondo in mongolfiera (fornita dal sindaco del paese che aveva appunto una fabbrica di mongolfiere, palloni, aereoplanini di carta, palloncini colorati ecc.).

Quell’anno di cui ci interessiamo oggi fu proclamata la “Gara delle rime”: i partecipanti dovevano comporre una breve poesia in rima, con argomento a scelta: non più di 4 versi ma tutti rigorosamente in rima. “Quattro versi solo?” – dissero gli esperti – ma è difficilissimo!” “Appunto – ribatté la giuria, formata da professoroni internazionali – bisogna dire molto senza sprecare parole!”.

 Detto fatto si organizzò tutto al meglio e il giorno della gara si presentarono quattro concorrenti tra i più noti poeti conosciuti al mondo.

Per primo si fece avanti a declamare il famosissimo Manzonius (australiano) che tenendosi vicino un canguro declamò: “Ei fu, ma in automobile/ comparve nel Perù/ sposò una donna nobile/ e non tornò mai più!”. “Bellissima! – disse la giuria entusiasta –   ricca di spunti sull’importanza dei viaggi e sui misteri della vita!”.

Il secondo candidato era Leopardinus, notissimo e malinconico poeta nordico che, amante dei panorami collinosi, pronunciò i suoi versi dall’alto di un palazzo: “La donzelletta vien dalla montagna/ portando rose e viole/e anche un pan di Spagna/ per mangiarselo al sole”. “Stupenda!- gridò la giuria- un inno alla vita e alla natura!”.

Arrivò poi Aligherius, un distinto inglese di mezz’età, dal naso adunco e vestito con una lunga palandrana bianca. Alzò le mai al cielo e gridò: “Nel mezzo del cammin della mia vita/ persi una penna e pure una matita/ ma poi le ritrovai di martedì/ nascoste sotto il letto o giù di lì!”. “Eccezionale! – approvò la giuria – un invito alla scrittura e alla necessità di essere ordinati!”.

Ed ecco l’ultimo concorrente, il giovane Rodarius, un insegnante italiano molto noto ma non ancora popolare negli ambienti letterari. Aveva con sé dei bambini che si sedettero tutti allegri intorno a lui. Rodarius si inchinò e recitò:” Filastrocca dei bambini/ grandi piccoli e piccini:/ fate un grande girotondo/ per portar pace nel mondo”!.

La giuria divenne muta e tutti i presenti si guardarono le scarpe come se si vergognassero un po’.

Poi fu dichiarato il vincitore: e secondo voi chi salì sulla mongolfiera?

Un caro saluto e alla prossima da Vittoria!

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