Bévar na sécia d’acqua par magnàr na féta d’ polenta

Bévar na sécia d’acqua par magnàr na féta d’ polenta

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la partita vista dal Ciffo

“Bere una secchia d’acqua per mangiare una fetta di polenta”: un detto che ho già “sfruttato” altre volte in questi miei sgangherati commenti. Ai miei tempi, amava ripeterlo (naturalmente in dialetto) il saggio don Egidio Mazzali, rettore dell’orfanotrofio di Mantova, per render l’idea di una situazione in cui c’era da sorbirsi una quantità di noiosi “annessi e connessi” per godere di un piccolo risultato. È, più o meno, quel che è capitato a chi ha seguito la partita del Mantova col “fanalino di coda” Alessandria. Un solo gol, anche se molto bello e molto utile (qualche pignolo dirà che il risultato non è “piccolo”), ma poco altro. In complesso, ci siam sorbiti una brutta e noiosa partita, comunque meritatamente vinta dal Mantova che ha così mantenuto inalterato il vantaggione di 8 punti sul Padova.

Due soli disegni, dunque: il gol e il (solito?) rischio finale.

Al 14’ il gol, frutto della prima e più bella azione del Mantova: Galuppini se ne va fino al limite dell’area “grigia”, dove si volta (1) e scambia con Muroni, per poi (2) lanciare Maggioni che crossa giusto per la testatona di Bombagi che bombeggia in gol. (clicca su disegno per ingrandirlo)

 

All’89’ il rischio finale. Palleggia tu che palleggio anch’io, palla persa al limite della nostra area e fucilata di tal Femìa (l’accento è mio) che al fa mia gol sol parché Festa al dòrum mia. (clicca su disegno per ingrandirlo). E l’è mia andada mal.

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