Questa è una storia piccola per i più piccoli, a loro dedicata da Vittoria nei giorni di una così insolita Pasqua.
C’erano una volta due “sorprese” pasquali, pronte e in attesa di essere inserite nel tipico uovo di Pasqua da regalo.
Erano allineate, vicine tra loro, sul bancone di un pasticcere che stava riempiendo, appunto le uova di cioccolata da mettere in vetrina per la vendita.
Le due “sorprese” erano molto diverse tra loro: una era davvero sontuosa, un bellissimo foulard di seta colorata, inserito in un elegante sacchetto trasparente, rosa; l’altra era un semplice anellino dorato, con una piccola pietra blu al centro, chiuso in una scatoletta di cartone bianco.
La prima si vantava e si pavoneggiava, fiera della sua bellezza, e compativa la modestia della seconda: “Sicuramente chi mi acquisterà – diceva – sarà uno con tanti soldi e mi regalerà a qualcuno di importante! Tu purtroppo ti dovrai accontentare: rassegnati pure, tanto non ci puoi far nulla!”
L’anellino sospirava e pensava che, senz’altro, il bel foulard aveva ragione.
Arrivò finalmente il momento in cui il pasticcere prese tutte le sorprese e le infilò nelle uova. Le uova importanti furono messe in bella mostra, incartate in veline colorate, quelle più piccole vennero messe dietro, un po’ nascoste, anche se tutto l’insieme, in vetrina, era davvero piacevole a vedersi.
In breve tempo quasi tutte le uova furono vendute. Il giorno di Pasqua l’anellino fu scartato con entusiasmo da una ragazzina che aveva avuto in regalo l’uovo dai suoi nonni. “E’ bellissimo, grazie, grazie, grazie!” continuava a ripetere mentre se l’infilava al dito e, per tutto il giorno, mentre passeggiava con le sue amiche, lo mostrava in giro, fingendo che fosse d’oro.
L’anellino era molto contento e pensava che, dopo tutto, era riuscito a rendere felice, almeno per un giorno, la sua proprietaria: gli sembrava un buon risultato.
Il giorno dopo la ragazzina andò al parco e si sedette con le amiche su una panchina a chiacchierare. L’anellino si guardava intorno e riconobbe, lì vicino, in un cestino dei rifiuti stracolmo, il bel foulard dai colori smaglianti che si era così pavoneggiato prima di entrare nel suo uovo di cioccolata.
Dapprima restò senza parole, poi domandò come mai fosse finito lì, buttato insieme alle cartacce e alle bucce di banana. “Beh – disse il foulard mestamente – ho sbagliato a credere di avere una sorte migliore della tua solo perché ero destinata a gente più ricca: la ragazza a cui mi hanno regalato ha ricevuto tante di quelle sorprese che non le ha nemmeno guardate e, alla prima occasione, ne ha buttato via la metà!”.
La storia non racconta altro delle vicende delle due “sorprese” pasquali di cui si è parlato ma i bambini a cui questa storia è dedicata hanno capito benissimo qual è il significato, anzi quali sono i significati, che essa vuole trasmettere!
A tempi migliori, speriamo! da
Maria Vittoria Grassi