
Gianni Meccia
“Il Barattolo”
45 giri in coppia con “Quanta paura” (RCA Camden , 1960)
Ma chi era Gianni Meccia? Scomparso nell’aprile 2024 a 92 anni, e ’ stato uno di quei personaggi che diedero una svolta alla musica allora detta leggera (spesso considerata leggerissima anche in senso un po’negativo). Succede sempre così nella vita. Il tempo aggiusta tutto e ci si accorge dopo, ci si accorge tardi ma ci si accorge.
Intanto vi i siete mai chiesti chi ha coniato la parola “cantautore”? La paternità di questo neologismo sembra sia da attribuire a Vincenzo Micocci, produttore discografico della RCA Italiana che negli anni 60 aveva scoperto molti talenti. Uno di questi è Gianni Meccia, il primo dunque ad essere denominato cantautore.Esordisce in TV nel 1959 scandalizzando gli spettatori del “Musichiere” con un pezzo di stampo cabarettistico, dal titolo provocatorio: “Odio tutte le vecchie signore”. Dopo questa apparizione in televisione era intervenuto Enzo Biagi, sollecitato dalle lettere dei soliti benpensanti, scrivendo su Epoca un commento sui giovani maleducati. Meccia gli rispose in maniera garbata facendogli capire che si trattava di una boutade e niente più.
La Rca gli propose un contratto su segnalazione di Franco Migliacci, per cui iniziò ad incidere i primi 45 giri per la sotto etichetta Camden. Nel frattempo una sua canzone, Non restare fra gli angeli, come lato B di Farfalle, di cui Meccia scrisse il testo venne incisa da Domenico Modugno.
Dopo il primo 45 giri, Jasmine, passato inosservato, il successo arrivò con il secondo, Il barattolo, arrangiata da Ennio Morricone, che ebbe l’idea di inserire il rumore di un barattolo che rotola (fatto cadere su uno scivolo ricoperto da ghiaia e cemento).
Quando uscì Il barattolo, il disco veniva venduto con un barattolo di cartone portapenne sul quale era incollata la copertina del disco, che raffigura a sua volta un arrugginito barattolo con il disegno di un cuore rosso infilzato da una freccia. Il barattolo è su un tappeto di spighe di grano e sembra patire un calcio dal piede di una donna che calza scarpe nere col tacco corto mentre la gonna, pruderie del tempo, arriva fin sotto al ginocchio.
Forse primo esempio di “gadget” associato a un disco. Peccato che nessuno lo abbia conservato! Sarebbe oggi un cimelio rarissimo.
E pensare che Gianni Meccia era venuto da Ferrara a Roma per fare l’attore cinematografico! Un incontro che preludeva al cinema (non il suo!) Quello, come abbiamo detto, di Morricone allora 32enne che si inventò il rumore del barattolo. Prima di diventare uno dei più grandi autori di colonne sonore, premio oscar, si era divertito molto a trasformare e rendere più originali le cosiddette canzonette, termine che oggi pochissimi userebbero per quelle canzoni.
Com’è possibile restituire in un solo frammento il cervello musicale al lavoro di Ennio Morricone, vista la produzione sterminata (oltre cinquecento colonne sonore le fasi, la poetica che spazia tra humor, malinconia, intuizione del futuro, distopia, utopia , paura, dolore, spavento.
È possibile che Morricone, da piccolo, sia stato catturato dal suono di una lattina che rotola sul selciato, a Trastevere, sentendo in quel ra-ta-ta-ta il suono di una melodia. E poi, come un personaggio di Leone in C’era una volta in America, è possibile che Morricone si sia immerso a recuperare il ricordo d’infanzia, e infine quel suono di lattina lo abbia rimesso a lucido e, operando come una macchina, utilizza il rumore, tanto come ritmica che come una madeleine di Proust, e ci costruisce una canzone, strana e commovente, che viene dal futuro.
Amnesie musicali è il titolo di questa rubrica. Forse per la canzone si, pochi la ricordano anche per la sua lontananza nel tempo, ma, dentro a quelle note, ci sono già evidenti delle novità assolute che cambieranno tutto il panorama musicale italiano(non ci sono soltanto l’Inghilterra o gli Stati Uniti anche se tutto o quasi nasce lì) Avreste pensato che parlando di Gianni Meccia cantautore versatile ed originale soprattutto nell’epoca in cui si trovò ad inventare senza sosta, scrivendo una canzone di successo dietro l’altra, sarebbe sbucato, all’improvviso, anche quel genio di Ennio Morricone? Ascoltiamo allora rotolare questo barattolo che ci a portato così lontano.