Buon giovedì di mercato
L’agroalimentare, così importante per il nostro territorio, é al centro di interessi mafiosi perché remunerativo e facilmente taroccabile.
Il facilmente taroccabile deriva dal fatto che, nonostante tutti gli strumenti disponibili, ancora l’etichetta su molti prodotti non é obbligatoria e completa e perché, l’etichetta, non narra tutto del prodotto che paghiamo e mangiamo.
Non sempre, e a fatica, riusciamo, a volte, a sapere da dove proviene.
Secondo l’ex Procuratore Caselli, che di mafie ne capisce più di me, uno degli antidoti potrebbe essere l’etichetta narrante, che dica dove é nato il prodotto, come é stato coltivato, come é stato trasformato e da chi, come é stato impacchettato, come e con cosa é arrivato sul banco di vendita.
A suo dire, anche il fenomeno del caporalato in agricoltura, di cui il mantovano non é indenne, potrebbe essere debellato o ridotto, proprio dall’etichetta narrante dei prodotti.
Credo che non sbagli, perché se sapessimo, ad esempio, che il rosso pomodoro che compriamo a gennaio, é stato piantato ed é cresciuto sotto uncielo di plastica grigiastra, senza mai vedere il sole, nell’Olanda dei tulipani, che é rosso perché non so perché, forse lo addenteremmo meno o con il dente “sollevato”, per dirla icon una locuzione traslata dal dialetto.
A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie
@robertostorti