Buona domenica consegnata
Mentre come cittadini siamo “consegnati” in casa, quasi tutte le attività chiuse, si sono inventate la consegna a domicilio anche di quei prodotti che solitamente ci piace andare a scegliere, toccare, provare e magari, alla fine, nemmeno acquistare.
Fino a un mese fa, le consegne a casa riguardavano prevalentemente la pizza, e nemmeno quella delle pizzerie.
Costretti a inventarsi come racimolare un po’ di introiti, tutti, dai librai ai gelatai, dai fruttivendoli ai panettieri, dall’abbigliamento all’elettricista, si dichiarano pronti, disposti e disponibili, a portarci a casa i loro prodotti e anche di tornare a ritirarli se non ci piacciono.
La strada per ridurre i contagi, per non far uscire le persone con la scusa di acquisti, il buon senso comune lo aveva già trovato, con la scelta on line o telefonica e la consegna a domicilio.
Per la fase due, ci hanno già detto che potrà avvenire, a scaglioni, solo ai primi di maggio.
Pur essendo notoriamente tutti noi, di volta in volta CT della nazionale, allenatori unici della squadra di figli o nipoti o presidenti del Consiglio, per questa volta, adeguiamoci.
A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie
@robertostorti
#fotoNONmie Immagini di repertorio.