
Buona giornata da Maria Vittoria Grassi per questo appuntamento con Andar per Mantova che oggi si occuperà ancora di escursioni nella storia antica della città, ma prenderà spunto da un argomento attuale e concreto. Vorrei infatti parlarvi di posta e servizi postali e francobolli, un tema che anche nell’era dei cellulari e dei tanti strumenti digitali a disposizione resta di fondamentale importanza per i cittadini. Vale la pena fare un’incursione ancora una volta nel passato e ricordare che Mantova ha una tradizione lunga e importante di storia postale e anche di filatelia.
Torneremo dunque insieme indietro nella Mantova di una volta per vedere come e dove funzionava il servizio postale, alla ricerca di alcune specifiche curiosità. Ecco dunque una carrellata dei luoghi in cui furono collocati, nel tempo, gli uffici postali mantovani, girando idealmente per le strade della città. Per fare un passo tra i Gonzaga (questo non posso certo pretendere che lo ricordiate) i primi uffici postali e le annesse scuderie per i cavalli, che erano addetti a questo servizio per recapitare missive e lettere, sono stati individuati nelle zone adiacenti al Palazzo Ducale, nella strada ora chiamata via delle Scuderie reali.
Ma siamo ancora attorno al 1400. In seguito, dal 1600 al 1800, si dispensò la posta (nell’ufficio “della dispensa”) nell’odierna Via Cavour, prima nel palazzo in angolo con via Broletto, poi, sempre in Via Cavour, al numero civico 67, dove si può vedere ancora oggi un edificio con cortile e porticato a colonne (ad indicare che qui si trovavano le scuderie). Dopo il 1810 la sede dell’Ufficio provinciale delle Poste si trasferì all’angolo tra le attuali via Cesare Battisti e corso Umberto. Via Cesare Battisti, conosciuta anche come contrada delle Pescherie Vecchie perché in quella zona, fino al 1600, si teneva il mercato del pesce, divenne, nell’Ottocento, via della Posta. Fu nel 1911 che la sede della direzione Provinciale delle Poste si trasferì in quella che si chiamava Piazza Garibaldi, attualmente Piazza Martiri di Belfiore.
L’attuale edificio sorse al posto di parecchi vecchi fabbricati che in parte, a quei tempi, si affacciavano sul Rio. Ma ci furono in città anche altri uffici postali secondari, che svolgevano comunque la loro funzione per i cittadini. Il più importante si trovava nel vicolo chiamato allora Sant’Andrea, attuale Via Leon d’Oro, in un edificio che ospitava l’Ufficio delle Diligenze e delle messaggerie, oltre che la Posta dei Cavalli. Questo ufficio fu demolito nel 1911 per la necessità di allargare la piazza su cui si affacciava, attualmente conosciuta dai mantovani come Piazzetta sant’Andrea. Altri uffici sono segnalati, uno nell’odierna Via Finzi, un altro vicino a piazza Arche, e altri due ancora a porta Pradella e a Cittadella. Come si può constatare dunque i mantovani erano complessivamente ben serviti in parecchi punti della città per la loro corrispondenza. Ma, dopo aver parlato di posta, di cavalli e di Diligenze è il caso di accennare qualcosa all’uso del francobollo, che oggi diamo per scontato ma che arrivò a caratterizzare la corrispondenza in epoca non troppo lontana da noi.
Dunque il primo francobollo al mondo vide la luce in Inghilterra, il 6 maggio 1840. Il suo inventore, un certo Rowland Hill, volle sostituire il vecchio sistema costoso e inefficiente con una riforma postale semplice ma determinante, che prevedeva soprattutto il pagamento anticipato della tariffa. Fino ad allora i pacchi e le lettere venivano pagati dai destinatari. Il nuovo sistema inoltre permetteva di spedire le lettere senza passare per l’ufficio postale; a tale scopo vennero ideate le buste postali e il francobollo, che certificava il pagamento anticipato della corrispondenza. Questo minuscolo pezzo di carta, destinato a creare una piccola rivoluzione nel servizio postale, è uno strumento quindi relativamente giovane, che arrivò ancora più tardi, solo nel 1850, in un’Italia allora divisa in stati e staterelli. Il primo a comunicare che sarebbero stati emessi questi “bollini” per validare le lettere fu il Regno Lombardo Veneto, di cui faceva parte anche Mantova (31 maggio 1850).
Il costo dei francobolli variava in relazione al tipo di posta e alle distanze che il servizio doveva ricoprire. Si può immaginare quanto siano rari i francobolli datati a Mantova al primo giugno 1850, anche perché il francobollo non sostituì subito il vecchio metodo di pagare direttamente alla posta quanto dovuto per la lettera o di inviare le missive con tassa a carico del destinatario.
Ma ora, tornando a noi, nel tempo dei messaggìni, tutto questo ci sembra preistoria! Un caro saluto e alla prossima!
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