Filippo Bonaventura e Matteo Miluzio; L’Universo su Misura

Filippo Bonaventura e Matteo Miluzio; L’Universo su Misura

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Vi trasmetto ora l’intervista che ho realizzato ai dottori Filippo Bonaventura e Matteo Miluzio

FILIPPO BONAVENTURA MATTEO MILUZIO-L’UNIVERSO SU MISURA                                                                                Un viaggio tra incredibili coincidenze cosmiche

Esclusivo, perfetto, realizzato su misura! Non stiamo parlando di un capo d’alta moda ma dell’Universo che ospita la Terra e quindi tutte le forme viventi. Generalmente, i canali di comunicazione elencano solo le problematiche che ogni persona, ma in realtà ogni specie su questo pianeta, è chiamata ad affrontare quotidianamente (crisi economica, ambientale, pandemia mondiale, alluvioni, valanghe, caldo torrido) senza dedicare spazio a tutto ciò che di positivo, o forse attualmente è meglio dire vantaggioso per la vita, accade continuamente. Per una serie altamente improbabile di coincidenze si è formato un corpo celeste che impedisce un irraggiamento eccessivo o dannoso, permette di muoversi sulla sua superficie senza fluttuare nel vuoto, garantisce cibo, acqua e le più differenti risorse…e tutto questo non solo per la specie umana, come solitamente si è portati a pensare, ma per tutti gli organismi animali e vegetali esistenti. Può trattarsi solo di casualità? Risponderanno a questa e ad altre domande Filippo Bonaventura e Matteo Miluzio, rispettivamente astrofisico con un master in Comunicazione della Scienza e astronomo con un dottorato di ricerca su supernovae e galassie attive. Divulgatori di fama perché insieme a Lorenzo Colombo hanno aperto la pagina Facebook “Chi ha paura del buio”, riusciranno sicuramente nell’intento di farci capire come la Terra ci calzi a pennello. Dottor Bonaventura e dottor Miluzio, nel vostro ultimo libro L’Universo su misura scrivete che sono innumerevoli le coincidenze che consentono la vita sulla Terra; coincidenze che per di più sono statisticamente molto improbabili eppure si sono realizzate. Potete portare degli esempi?                                  Beh allora l’Universo come un essere umano è descritto da un’impronta genetica che costituisce il suo DNA, nasce con quello e quello porta avanti per tutta la sua vita; anche l’Universo ha una sorta di “impronta genetica” che non è scritta in forma di DNA ma è scritta in forma di numeri che sono i valori delle costanti fisiche fondamentali che governano le proprietà di base dell’Universo. Nel nostro libro noi passiamo in rassegna le più spettacolari di queste coincidenze che sono relative ai valori, per esempio, delle costanti delle interazioni fondamentali della natura ma anche le masse delle particelle che costituiscono gli atomi, le quantità di materia oscura ed energia oscura con cui è nato l’Universo e varie altre coincidenze che riguardano le condizioni iniziali dell’Universo al momento del Big Bang.

La teoria scientifico-filosofica a cui vi riferite, il principio antropico, è quasi un ossimoro. Pensare che l’Universo sia su misura per noi può suggerire una forte visione antropocentrica; d’altro canto, voi stessi scrivete nel vostro libro che “l’Universo ha una massa che si aggira attorno al miliardo di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di tonnellate e, sempre per quanto ne sappiamo, solo una frazione infinitesima di questa materia è parte di un qualche organismo vivente. Di questa già minuscola percentuale, poi, l’intera specie umana costituisce appena un decimillesimo”. L’uomo in quest’ottica diventa infinitamente piccolo e insignificante. Concordate con questa doppia lettura del principio antropico?                                                                           Beh sì il quadro che emerge andando a studiare proprio la struttura dell’Universo e i parametri che lo governano e tutta la teoria cosmologica che c’è dietro fa vedere come in realtà l’uomo appunto abbia un ruolo totalmente insignificante. Siamo in una galassia qualunque, attorno a una stella qualunque, in un punto qualunque dell’Universo che non ha nulla di speciale rispetto agli altri punti dell’Universo perché l’Universo è uguale in ogni direzione senza alcuna preferenza. E il principio antropico in realtà non è un principio che è riferito esclusivamente all’uomo, si parla di vita senziente; noi, per quanto ne sappiamo, siamo gli unici per ora però perché probabilmente non abbiamo scoperto altre forme di vita; infatti nel libro mostriamo come in realtà, andando a toccare alcuni di questi parametri, non solo è messa in discussione la presenza di esseri senzienti come noi esseri umani ma è la stessa struttura dell’Universo, come noi la conosciamo, che viene messa totalmente in discussione. Non è quindi un principio che vede al centro l’uomo, nonostante sia chiamato principio antropico perché alla fine siamo comunque noi ad averlo formulato, ad aver posto la questione per primi ovviamente.

Adottando una visione più ampia, si può affermare che il “calzino è perfetto” non solo per l’uomo ma per tutti gli organismi sulla Terra perché soddisfa le esigenze di ognuno di essi nonostante le notevoli differenze. In altri termini, il nostro pianeta fornisce dei servizi ecosistemici rivolti all’intera biodiversità, che a sua volta fornisce altri servizi ecosistemici a se stessa. L’uomo trae beneficio quindi dagli ecosistemi naturali eppure spesso si sente vittima di una natura pericolosa, che scatena esondazioni, alluvioni, frane, tsunami, malattie, ed è quindi da combattere e schiacciare. Il principio antropico può aiutarci a sentirci accolti nel mondo naturale e a rispettarlo affinchè le manopole del mondo non si spostino per formare un Universo senza vita e senza uomo?                                                                 Assolutamente sì il principio antropico esiste ormai da più di mezzo secolo e in più di mezzo secolo ha coinvolto decine, centinaia, migliaia di scienziati e anche di filosofi in un dibattito che ancora è acceso e tuttora in corso e che è ancora lontano, se vogliamo, da una conclusione, nel senso che è un’idea molto fertile, si presta a essere interpretata in modi molto diversi da persone diverse in base alla loro formazione, in base alla loro sensibilità, in base alla loro filosofia o propensione ad accettare anche idee più spirituali, insomma più ad ampio raggio. Quindi diciamo che non c’è una interpretazione condivisa da tutti su come va interpretato il principio antropico ma è un ottimo spunto per molti di noi, anche i profani, per ragionare in modo diverso se vogliamo, sotto una luce diversa, su qual è il nostro rapporto di noi esseri umani con l’Universo, con il grande schema delle cose, con il tutt’uno che ci circonda. Effettivamente se queste coincidenze si rivelassero corrette vorrebbe dire che l’Universo è in qualche modo predisposto alla nostra presenza, quindi anche se noi siamo piccoli granelli di polvere in qualche modo eravamo previsti già dall’inizio dalle leggi fisiche e questo è un pensiero che, comunque la si voglia pensare, non può lasciarci indifferenti.

Ringraziamo Matteo e Filippo per il tempo che ci hanno dedicato.

[Valentina Vitali]

 

 

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