100 ANNI DI MARGHERITA HACK

100 ANNI DI MARGHERITA HACK

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Intervista realizzata da Elisa, Irene e Maddalena

Quest’anno ricorrono 100 anni dalla nascita di Margherita Hack, personaggio celebre nell’ambito scientifico, non solo per la qualità del suo lavoro professionale di ricercatrice e scrittrice ma anche per il suo carattere particolare; è nota anche livello mondiale per gli importanti studi da lei svolti nel campo dell’astrofisica (tra le sue numerose scoperte si trovano per esempio le Cefeidi, i buchi neri e i pianeti extrasolari). Margherita Hack nasceva oggi, 100 anni fa - Focus.it

Margherita Hack nacque a Firenze nel 1922, frequentò il liceo classico, senza avere la possibilità di sostenere l’esame di maturità a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Durante l’adolescenza conobbe Aldo De Rosa, con cui nel 1944 si sposò. In seguito, si iscrisse alla facoltà di Lettere, ma capì che non era la sua vocazione, così decise per pura casualità di frequentare il corso di Fisica, laureandosi con una tesi in astrofisica relativa a una ricerca sulle Cefeidi. Conclusa l’università iniziò a lavorare presso l’Osservatorio astronomico di Arcetri, luogo in cui iniziò ad occuparsi di spettroscopia stellare, che diventerà il suo principale campo di ricerca. Successivamente inizió un periodo di precariato come assistente presso lo stesso Osservatorio e come insegnante dell’Istituto di Ottica dell’università di Firenze. Dal 1954, appoggiata dal marito Aldo, iniziò la sua attività di divulgatrice scientifica e nello stesso periodo collaborò anche con università straniere. Nel 1964 ottenne la cattedra di astronomia presso l’Università di Trieste assunse l’incarico di direttrice dell’ Osservatorio astronomico, diventando così la prima donna in Italia chiamata a dirigere un osservatorio astronomico. Margherita Hack da atea convinta, contrastò le visioni fideistiche e irrazionali della natura, abbattendo superstizioni quali gli oroscopi e le letture teologiche della creazione, ritenendo che l’etica non derivasse dalla religione, ma dai principi di coscienza individuali, presenti anche negli atei. L’astrofisica diffuse le sue teorie scrivendo numerosi libri e partecipando a manifestazioni e trasmissioni televisive. Margherita Hack è stata una donna forte e determinata, ed è riuscita a raggiungere grandi risultati scientifici, soprattutto grazie al suo carattere forte e combattivo che le ha permesso di diventare una delle donne più importanti dei nostri tempi. A ricordarci la vita di Margherita Hack, senza trascurare aneddoti e curiosità, è il giornalista scientifico Gianluca Ranzini, laureato in Fisica con indirizzo astrofisico presso l’Osservatorio di Brera-Merate.

Ranzini in campo editoriale ha pubblicato oltre un centinaio di articoli su riviste di divulgazione e diversi libri. Dal 2003 è giornalista professionista e attualmente, oltre che essere conferenziere presso il Planetario di Milano, è vice caporedattore del mensile Focus e si occupa di consulenze per la realizzazione di planetari e di sale multimediali.

Dottor Ranzini, lei crede che le ricerche effettuate da Margherita Hack abbiano rivoluzionato il modo di studiare l’astrofisica? E perchè?

Io penso che la Hack sia stata una ricercatrice importante a livello internazionale però non una Rita Levi Montalcini che ha vinto il Nobel; non ha, e lo diceva lei stessa, fatto delle scoperte rivoluzionarie ma ha portato il suo contributo in alcuni campi per capire meglio soprattutto l’evoluzione delle stelle. La sua rivoluzione è stata secondo me essere un personaggio pubblico così popolare e così amato da tutti quanti.

Sicuramente la Hack era nota per il suo carattere schietto e deciso. Crede che questa sua impostazione, forse dovuta all’educazione rigorosa ricevuta dai genitori, sia rintracciabile anche nel modo in cui ha impostato e condotto le sue ricerche scientifiche?

Per quello che ne so ha ricevuto in realtà un’educazione molto libertaria in tempi in cui non era così ovvio, cioè tra gli anni Venti e gli anni Trenta quando era una ragazzina. I suoi genitori l’hanno sempre sostenuta, non hanno mai cercato di inculcarle delle idee specifiche. Ne è venuta fuori una persona che non aveva peli sulla lingua quindi che non si faceva problemi a dire quello che pensava in qualunque contesto e con chiunque avesse di fronte, anche in ambito lavorativo. Infatti la Hack non era amata da tutti, nel suo campo, proprio perché aveva un atteggiamento molto diretto, non era una che stava attenta a quello che diceva quindi a volte ci sono stati degli attriti con alcuni colleghi.

Pensa che il ruolo della Hack come non solo scienziata, ma anche come attivista e membro partecipe della vita politica abbia influenzato il modo di vedere le donne in ambito politico?

Direi di sì perché è stata una precorritrice, ad esempio è stata la prima donna direttore di un osservatorio astronomico in Italia; poi ce ne sono state molte però è lei ad aver aperto la strada in un campo in cui le donne praticamente non esistevano. La Hack inoltre ha espresso la sua opinione su temi etici, sociali, animalisti; di qualunque cosa pensasse e lei potesse esporsi lo faceva senza problemi quindi sicuramente anche per il ruolo delle donne. Forse per questo è diventata così popolare.

[Valentina Vitali]

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