Rainbow “Rising” (1976)

Rainbow “Rising” (1976)

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Rainbow
“Rising”, 1976 (Polydor)
Hard Rock

di Antonio Del Mastro

Grandioso gruppo hard rock quello dei Rainbow fondato da Ritchie Blackmore, quando ancora suonava con i Deep Purple, e Ronnie James Dio con i suoi Elf nel 1975. Dopo aver pubblicato l’album di debutto “Ritchie Blackmore’s Rainbow” con tutti i componenti della band di Dio, Blackmore assume il batterista Cozy Powell, il bassista Jimmy Bain ed il tastierista Tony Carey per comporre un album magnifico dove, con largo anticipo, certe sonorità metal progressive iniziano a farsi strada.
Questa formazione pubblicherà tre dischi fino al 1978 dopodichè Blackmore la cambierà spesso negli anni, non arrivando mai a produrre un album della grandezza di RISING. Il batterista con la sua doppia cassa influenzerà molti artisti futuri, e’ lui l’elemento trainante dei brani assieme a Blackmore che rende questo album una pietra miliare dell’hard rock e del proto-metal. Non è da meno il vocalist Dio che reputo una delle voci più iconiche tra gli album “pesanti” del Rock ed il tastierista Carey che con un suono forse più acido riflette il miglior John Lord.
Ed è proprio il riff di tastiere del brano Tarot Woman che apre l’album e presenta con un efficace groove l’inizio dell’opera, proseguendo con le magie chitarristiche del musicista inglese ( o banding tecnicamente parlando) e l’esplosione vocale di Dio. Il successivo Run With The Wolf sembra presagire invece un certo stile doom metal nonostante una sonorità quasi boogie-woogie verso la fine del brano, ed anche qua Blackmore sa il fatto suo. Entra in scena prepotentemente anche Powell nel brano Starstruck che “metalizza” il ritornello molto orecchiabile, ma è paradossale che uno dei due brani più banali di tutto l’album contenga uno dei migliori riff di chitarra, preciso e micidiale.
La stessa banalità compositiva espressa in Do You Close Your Eyes , che ritengo non essere all’altezza di tutto il lavoro. Questo per me è a tutti gli effetti un riempitivo del lato A del disco.
Ma è nel lato B che troviamo due capolavori assoluti di tutta la discografia dei Rainbow, dove i quattro musicisti concentrano davvero la potenza in ciò che ognuno di loro sa fare. Credo che il lato A sia da riscaldamento per ascoltare in totale immersione sensoriale il brano Stargazer, l’Opera Magna di Blackmore.
Un orchestra strumentale perfetta sotto tutti i punti di vista da riascoltare almeno due volte di fila, dove tutti i musicisti accompagnano la voce idilliaca di Ronnie James Dio miscelandosi con una precisione ritmica da urlo fino a dissolversi nel finale del brano. Oserei dire la perfezione assoluta di una sinfonia hard rock.
E non da meno A Light In The Black riprende da dove si interrompe tale dissolvenza, con la batteria dirompente di Powell e gli assoli a metà brano di tastiera e chitarra fanno di questo brano il precursore dello speed-metal. Due brani da otto minuti l’uno che rappresentano un disco fantastico.
RISING e’ un lavoro epico, mistico, rivoluzionario che incorpora stili musicali diversi. Nonostante sia l’album più corto dei Rainbow rappresenta la capitalizzazione di ciò che Blackmore aveva investito nei Deep Purple, una delle Opere Rock fondamentali per lo sviluppo del genere metal e suoi derivati, quale anche il synphonic-metal. Uno di quei pochi album composto da canzoni tutte diverse tra loro ma legate assieme dalla folle genialità dei musicisti.
Semplicemente MAGNIFICO!
Buon ascolto.

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Sono nato in Puglia ma vivo in Piemonte da oltre vent’anni. Ho iniziato a 13 anni ad ascoltare Beatles e Rolling Stones, fino ad apprezzare in pochissimo tempo artisti come Little Feat, Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Creedence CR, Ten Years After, Pink Floyd,Canned Heat. Mi divertivo facendo il disk jockey con dance, tecno music e progressive sound. Ho sempre amato il genere blues e le sue infinite sfumature, da quelle “soft” a quelle più “hard”. Il mio album preferito? The dark side of the moon. La mia cura per il mal di testa? Led Zeppelin. La mia pietra miliare? Free Bird dei Lynyrd. Il gruppo più sottovalutato? Ten Years After di sicuro… Il gruppo più sopravvalutato? I Queen senza alcun dubbio. Gli album rock più inutili? Molti, Frank Zappa, poteva risparmiarseli… Il chitarrista più raccomandato? Slash. Il chitarrista più sfortunato? Stevie Ray Vaughan. Bene con questa sintesi credo di essermi presentato a dovere!