Lucio Dalla “Come è profondo il mare” (1977)

Lucio Dalla “Come è profondo il mare” (1977)

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Lucio Dalla
“Come è profondo il mare”, 1977 (RCA Italiana)
Italia

di Paolo Patria

La prima volta che ascoltai ‘Com’è profondo il mare’…
Non l’avevo presa bene: Lucio Dalla aveva deciso di scriversi i testi delle canzoni. Lui che si era imposto come strepitoso musicista e interprete, artista coraggioso, ma le parole dei suoi brani erano di grandi autori e poeti (un’eccezione era stata ‘La capra Elisabetta’, testo di Dalla e musica di Gino Paoli).
Per me era perfetto così, con le rime di Bardotti e Baldazzi, di Paola Pallottino e Roversi. Se fai canzoni come ‘Fumetto’, ‘Il fiume e la città’, ‘Il gigante e la bambina’, ‘4/3/1943’, ‘Ulisse coperto di sale’, ‘Non era più lui’ e quel capolavoro di ‘Nuvolari’, perché cambiare?
Ma proprio ‘Automobili’, l’album che contiene ‘Nuvolari’, fa saltare l’alleanza con Roversi. Dallo spettacolo teatrale che Dalla porta in scena, la casa discografica elimina buona parte delle canzoni. Dalla accetta il compromesso, il poeta no. La collaborazione è finita. Non serve a ricucire un programma televisivo intitolato proprio ‘Automobili’, presentato dal cantautore (è su Raiplay, tra gli ospiti Dario Fo, Guccini, Paolo Conte, Venditti, Bonvi, Bennato, Cochi e Renato… Ma che trasmissioni faceva una volta la Rai?).
Sono mesi molto difficili per Lucio. Muore la mamma e lui mantiene la promessa: guida un carro funebre e la porta a fare un ultimo viaggio sui colli bolognesi.
Poi finalmente Dalla torna dal ritiro alle Tremiti con il nuovo disco e chi già lo amava non sa cosa aspettarsi da quella sfida. Adesso è autore anche delle parole, ma può confrontarsi con la qualità dei testi cantati fino ad allora?
Succede allora che arriva il primo ascolto e incontri una canzone che non ti lascia più. I dubbi svaniscono in pochi secondi, cancellati dall’inizio mozzafiato di ‘Com’è profondo il mare’, dall’ipnotica onda sonora, dal fischio che ti porta in un altro mondo. Il potere di una musica avvolgente legata in modo perfetto al testo, alternando immagini personali e richiami alle lotte politiche di quegli anni, tutto trasfigurato in una successione di visioni fantastiche. Emerge in crescendo la paura che il potere ha del pensiero: anche di quello dei pesci, per questo stanno uccidendo il mare.
Sono rimasto legatissimo a ‘Nuvolari’, ‘Itaca’, ‘Il cielo’ … Ma ‘Com’è profondo il mare’ ha una forza misteriosa e irrazionale, poesia che arriva nei luoghi più nascosti delle nostre emozioni. L’album è il decollo di Dalla verso il grande successo, lo impone come artista completo e inimitabile. Le radio libere trasmetteranno tantissimo il suo ‘Disperato erotico stomp’, che diverte e travolge il senso del pudore, ci sono ‘Quale allegria’ scritta pochi giorni dopo la morte della madre, ‘Il cucciolo Alfredo’, ‘Treno a vapore’, ‘… e non andar più via’. E’ il disco forse più amato dal suo stesso autore.

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Nato nel 1961, infanzia con Canzonissima, adolescenza con Pink Floyd e Genesis, anni finali del liceo con Radio Base. Dopo un lungo periodo di ascolto di musica a corrente alternata, sente se stesso dire che quella di una volta era migliore. Ne resta così sconcertato da avviare il tentativo disperato di recuperare i capolavori che certo devono esserci nei decenni più recenti. Riemerge da questa immersione con l’opera completa dei Radiohead, una sana passione per i Rem e vari innamoramenti, dai Sigur Ros agli Awolnation, dai Coldplay agli Arcade Fire fino una raffica di singole canzoni di disparati interpreti, confermando il caos dei suoi gusti. L’esperienza con Radio Base, vissuta negli anni d’oro delle antenne libere, è stata talmente entusiasmante che non resiste al richiamo della web radio. Intanto lavora come giornalista al Resto del Carlino di Reggio Emilia, è appassionato di storia mantovana e romana, dei tempi di Radiobase gli è rimasta l’appartenenza al Collettivo Duedicoppe, al cinema si commuove vedendo Jodorowsky’s Dune e Titane e non capisce bene perché.