
Kansas
“Leftoverture”, 1976 (Aor)
Rock-prog, hard-rock
di Antonio Del Mastro
Verso la metà degli anni settanta e sul finire dell’era Prog Rock inglese, in piena decadenza del genere, in America nasceva invece una corrente parallela a questa. Tanti gruppi, alcuni dimenticati o sfortunati, emergevano con un sound influenzato da sonorità classiche. E’ il caso dei talentuosi Kansas, provenienti dall’omonimo territorio americano. Seppur accostati maggiormente al genere musicale AOR e sottovalutati anche a causa di mostri sacri del genere ( Yes, ELP, Genesis, King Crimson, Gentle Giant) ormai in via di estinzione, almeno per ciò che riguardava il Prog puro, hanno saputo influenzare anch’essi il rock con elementi non canonici. Di certo non condividevano l’ambizione musicale dei gruppi citati ma il violino di Robby Steinhardt, le tastiere e la chitarra di Kerry Livgren, la batteria di Phil Ehart hanno caratterizzato con la voce e l’organo di Steve Walsh le curiose sonorità dei Kansas. A discapito di un inizio più radiofonico, sono considerati una delle band di rock progressivo americano più influenti del panorama mondiale.
Essendo il prog un fenomeno tipicamente inglese pochi sono i capolavori che hanno visto la luce oltre l’Inghilterra ma Leftoverture del 1976 è l’eccezione che conferma la regola. Inciso in un periodo di tensioni con il loro manager e dopo aver pubblicato altri due album e suonato in innumerevoli concerti, è un album molto eterogeneo dove alla prima facciata più rockeggiante e melodica, ne segue un’altra decisamente più progressiva. Le chitarre, le voci, i sintetizzatori, il pianoforte creano una immersione sonora che se pur meno complessa la rendono molto melodica. Il violino usato per accompagnamento e non come strumento solista assieme alle sonorità hard rock crea un palese distacco dal filone europeo. Questa secondo me è la caratteristica sostanziale dei Kansas. Il brano di apertura di Leftoverture è la hit “ Carry On My Wayward Son” che non ha bisogno di presentazioni particolari se non quello di essere stata ascoltata in ogni buco del pianeta e fare da colonna sonora alla serie televisiva Supernatural. Semplicemente micidiale. “Miracles Out Of Nowhere” passa da un folk progressivo ad un finale jam dinamico e inaspettato. “The Wall” e ”What’s On My Mind” sono classici brani AOR di scontata orecchiabilità. Ma ascoltando l’altro lato dell’album ci si addentra meglio nel genere prog dove emerge una spiccata e ricercata melodia. L’organo traccia la struttura di “Opus Insert” alternando vibrafono e chitarra acustica anticipando il gran finale dell’album, la suite polifonica e quasi interamente strumentale “Magnum Opus”, vero fiore all’occhiello dell’album con tempi mutevoli e grandi transizioni di relativa complessità strumentale, quale anche quella tendente al prog metal. Ed è in questo brano che è udibile secondo me la bravura e la tecnica dei Kansas.
In mezzo ai due citati non sfigurano “Cheyenne Anthem” e “ Questions Of My Childhood”, dove gli intrecci di tastiere, anche se meno marcate e complesse, avvicinano il suono al più grande movimento inglese. Brani in cui la struttura hard sinfonica potrebbe aiutare ad avvicinare al genere quelli che hanno sempre visto il prog come musica sicuramente di nicchia ma tutta tecnica e poca melodia.
Inserire il gruppo in un determinato genere musicale è alquanto complesso non solo a causa della loro originalità e dei continui cambi di formazione, ma soprattutto perché hanno cercato, a tentativi e gradualmente, di avvicinare elementi artistici negli States provenienti di riflesso dall’Europa. Ed è paradossale che dopo esserci riusciti con Leftoverture, compattando per esempio le prog-suite come fecero i Gentle Giant, sono declinati sempre di più verso un suono pop e radiofonico.
Probabilmente hanno anche contribuito in un certo senso alla nascita di altri generi (fra tutti arena-rock e prog-metal) ma nonostante il progetto cosi eccellente e la poca notorietà fuori dagli States sono stati lasciati spesso nel dimenticatoio. Questo è l’album per riscoprirli sotto tutti i punti di vista.
Buon ascolto.