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Alcol: lo sballo socialmente accettato

Buon lunedì sobrio

Molti avranno certo sentito dire, nei giorni precedenti il fine settimana: ”finalmente mi posso ubriacare”.

Una frase, e un dato di fatto, socialmente accettato che lo promuove ad azione lecita e diffusa.

Anche oggi i due quotidiani locali, riportano in prima pagina, e nelle pagine interne, cronache di  situazioni che hanno portato persone giovani a perdere la dignità, a litigare coi Carabinieri, che non conviene mai, e a compromettere salute mentale e fisica.

Gira troppo alcol e i proibizionismi non servono, serve altro, e viaggia tra cultura ed educazione al bere, alla salute e alla dignità personale.

Famiglia, scuola e luoghi di lavoro sono i primi interpellati.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie.

@robertostorti

Immagini tratte da Fb e dalla rete, senza esplicite, bloccanti, indicazioni di copyright o con impossibilità di risalire, con certezza, al titolare dell’immagine stessa. Immagini di repertorio, non riferite all’evento.

Azteca “Azteca” (1971)

Azteca
“Azteca”, 1971 (CBS)
Jazz, Rock, Latin

di Paolo Casisa

Che storia stupenda quella dei fratelli Escovedo, nati tra Los Angeles e il Texas da padre messicano e madre venezuelana e approdati in California in cerca di fortuna. I coniugi ebbero ben sei figli Coke, Pete, Phil, Alejandro, Javier e Mario. Il capofamiglia Pedro sfamava la famiglia facendo l’idraulico ma la sua vera passione era cantare da dilettante in una big band di musica latina. Tutti i fratelli respirarono così quei magici ritmi e, col tempo, si appassionarono a suonare qualcosa. Coke e Pete si dedicarono a batteria, congas e timbales mentre Phil preferì cimentarsi col basso. Così questi tre fratelli. agli albori degli anni ’70. diedero vita all’Escovedo Brothers Latin Jazz Sextet, ma poco dopo Carlos Santana ingaggiò Coke Escovedo per incidere l’album Santana III, coinvolgendo in seguito anche Pete Escovedo nei concerti.
Sfumato l’importante impegno con Santana, nel 1971 Coke e Pete decisero di mettere a frutto il loro talento formando una big band latina chiamata Azteca in cui convivevano tanti fiati, tanti cantanti, tanti percussionisti, ma anche tastiere multiple e una base ritmica di chiaro stampo Rock. Sul palco gli Azteca variavano tra i 15 e i 25 elementi, e la loro musica era davvero elettrizzante e ricca di cambiamenti come nel brano Ain’t got no special women.
In questo album di debutto che gli Azteca pubblicarono nel 1971 sono presenti veri e propri fuoriclasse come il chitarrista Neal Schon, il batterista Lenny White, i trombettisti Tom Harrell e Eddie Handerson e il bassista Paul Jackson. Lenny White solo un paio di anni dopo sarebbe diventato il famosissimo batterista dei Return to Forever di Chick Corea. Oltre alla componente squisitamente ritmica proveniente dal Messico che arricchiva il sound di tutti i caratteri festosi e multicolori di questa scatenata etnia, negli Azteca convivevano anche anime più funk e R&B tipiche della California Bay in cui il gruppo affondava le sue radici musicali, un brano che rappresenta al meglio questo travolgente amalgama è Can’t take the funk out of me, interpretato dalla grintosa voce di Errol Knowles.
Il Messico portava con sé anche tutta una parte musicale amara, sofferente e malinconica ben rappresentata dal brano  Empty prophet  che recita:

C’è stato un tempo in cui sorridevo
C’era un volto una faccia di bambino
Ma ora sono tutto da solo
Non riesci a sentirmi, chiedevo aiuto
Profeta vuoto quando il mondo cavalcava verso la guerra…
Signore, non voglio essere qui tutto solo
Questi profeti vuoti non mi lasceranno…
Tienimi in sospeso Signore
non voglio essere
tutto solo Qualcuno mi aiuti!

Tra i numerosi cantanti di grande talento che fecero parte degli Azteca, c’era anche l’americana Wendy Haas che offrì una sua bella interpretazione nel brano Love not then.
Nel 1973 gli Azteca confermarono il loro esplosivo sound con l’album Pyramid of the moon, ma pochi mesi dopo l’uscita la nutrita band si sciolse poiché tutti i musicisti che la componevano andarono ognuno per una diversa strada. I fratelli Escovedo ebbero una luminosa carriera: Coke incise tre album da solista e collaborò con artisti come Bozz Scagg, Malo, It’s a beautiful day e Louis Gasca; Pete incise dodici album da solista tra il 1977 al 2018; Phil mise il suo basso al servizio del vibrafonista jazz Cal Tjader; ma anche i tre fratelli più giovani diventarono molto noti negli anni ‘90, tutti cantanti e chitarristi. Alejandro ha inciso diciotto album da solista, Javier si è affermato con la punk band Zeros e Mario con la nota band rock The Dragons. E che dire poi di Sheila Escovedo, talentuosa figlia di Pete che già da ragazzina partecipava alle scatenate performance degli Azteca e che sarebbe diventata una delle batteriste più famose al mondo al fianco di un mito come Prince… davvero una famiglia straordinaria quella degli Escovedo!

Ma il turismo di massa conviene?

Buona domenica conveniente

In questi giorni Mantova è invasa da turisti, molti dei quali, la sera se ne tornano a casa loro, generando il deprecato mordi e fuggi.

Non si può essere certi che la strada imboccata del richiamo al turismo di massa sia conveniente, per i residenti.

Se si guarda a Venezia, il turismo di massa non ha fatto bene nemmeno all’economia, passata tutta in mani non veneziane. Solo la generazione che aveva negozi ne ha guadagnato, forse anche i figli, i nipoti no di sicuro.

Svuotato il centro storico, imposto il tiket di entrata con più deroghe che biglietti, queto è quello che ha generato.

Guardare, studiare per imparare potrebbe servire.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie.

@robertostorti

Immagini tratte dalla rete, senza esplicite, bloccanti, indicazioni di copyright o con impossibilità di risalire, con certezza, al titolare dell’immagine stessa. Immagini di repertorio, non riferite all’evento.

Da Carcere Modello a Residenza Sociale

Buon sabato modello

Doveva diventare un carcere modello ma, mai terminata l’opera pubblica, è diventato un modello per furti e saccheggi, ed è pure sparito il responsabile del procedimento, obbligatorio per legge.

Di fronte all’Ospedale di Pieve di Coriano si trova questa struttura abbandonata e decadente

Sono stati trovati i fondi per recuperare almeno una delle palazzine e farne degli appartamenti da concedere a chi ha problemi temporanei ma non può accedere agli affitti sociali e, una parte, sarà destinata al personale del vicinissimo ospedale, anche come incentivo per i infermieri e medici.

Ottima idea e buona opportunità; il problema sarà la gestione, una volta finiti i lavori, perché con tanta precarietà l’autogestione non sarebbe la soluzione.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie.

@robertostorti

Immagini tratte dalla rete, senza esplicite, bloccanti, indicazioni di copyright o con impossibilità di risalire, con certezza, al titolare dell’immagine stessa. Immagini di repertorio, non riferite all’evento.

Peste Suina Africana: se ne parla

Buon venerdì decidente

La Peste Suina Africana, via fauna selvatica, prevalentemente cinghiali cresciuti a dismisura, sta circondando le aree mantovane di allevamento suini e, ultimamente, anche quelle di stagionatura del prosciutto nella vicina Parma.

Pare non ci siano pericoli per gli umani ma, essere cauti, sarebbe meglio.

I pericoli, in caso di contagio sarebbero economicamente disastrosi, sia per gli allevatori, ma anche per i consumatori che vedrebbero sparire, o con rincari vertiginosi per la carne non contagiata,  prosciutti, salami, salamelle, pesto e costine.

Cosa sta facendo il Governo, sollecitato dagli “amici” di Coldiretti e dalle opposizioni?

Ne sta parlando, ipotizzando l’intervento dell’Esercito, ma con calma e senza l’urgenza che la situazione impone.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie.

@robertostorti

Immagini tratte dalla rete, senza esplicite, bloccanti, indicazioni di copyright o con impossibilità di risalire, con certezza, al titolare dell’immagine stessa. Immagini di repertorio, non riferite all’evento.

“I dóls e i complimént i rovina prest i dent”

la partita vista dal Ciffo

I dolci e i complimenti rovinan presto i denti: è un vecchio proverbio che mi pare ben si addica a questo signor Mantova, che dopo aver avuto certezza di promozione, annebbiato da feste ed elogi, ha infilato 3 sconfitte 3, quasi snobbando le partite rimaste da giocare. Anche i nostri quotidiani cominciano (l’era ora!) ad avanzare qualche critica. Supercoppa a parte, ci resta l’ultima, col Legnago al Martelli, dove speriamo di veder finalmente giocare i “campioni”.

Della partita solo i gol fatti e presi, che son tanti, anche troppi.

22’. Wieser per Brignani che diagonaleggia; deviazione del mantovano Pogliano ed è 0-1. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

37’. Pogliano mantovano si ricorda che gioca nel Lumezzane e testeggia in porta un corner “spizzato” da Moscati. 1-1. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

6’ della ripresa. Palla persa in difesa, Fini per Iori (1) che si gira e (2) e angoleggia. 2-1. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

15’. Bis quasi fotocopia di Iori (1-2) che però cambia angolino. 3-1. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

19’. Tris di Iori, che conclude una esemplare “costruzione dal basso” dei nostri eroi: metto i numeri per il vostro divertimento: Trimboli-1 retropassa a Brignani-2, che la passa aTaugourdeau-3, che la passa a Cannavò-4, che la passa a Iori-5(1-2) che fa un gran gol. 4-1. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

27’. Il Mantova s’è svegliato (l’era ora). Bombagi diagonaleggia e Bragantini mette dentro. 4-2. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

34’. Corner, Brignani schiaccia di testa, il portier Filigheddu ferma la palla sulla linea (senza perderla!) ma Bani, brutto maleducato, la caccia in porta e son 4-3. Spiacente, io dico che non vale. Per contro, molto bella l’accoglienza-omaggio del Lumezzane per il Mantova all’inizio. Ogni tant gh’è quèl d’imparar. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

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